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L – LA CINCIA

Fine marzo 2004. Dopo aver aperto lo sportello della cassetta postale, Monica vi trovò del muschio. Nel nostro prato c’è molto muschio a ridosso della recinzione. Proprio vicino alla cassetta postale. Vi ho già detto che Monica esercita la professione di logopedista in uno studio presso la nostra abitazione. Così, quando trovò il muschio nella cassetta, pensò che l’avesse messo, per scherzo, uno dei suoi piccoli pazienti. Prese le lettere, tolse il muschio e richiuse lo sportello. Quando riaprì lo sportello, il giorno dopo trovò ancora del muschio. A questo punto escluse l’ipotesi dello scherzo di un bambino. Questa volta, però, chiuse a chiave lo sportello e la tolse. La chiave, intendo. Dopo qualche giorno ancora muschio. Beh, allora non poteva che essere un uccello l’artefice dello scherzo. Mi appostai ed ebbi conferma.


XXIII – SBURLOT

Sono le 8.00. Oggi mi sembra di stare un po’ meglio di ieri. Speriamo in bene, perché domani vorrei rientrare al lavoro. Prima di parlare dello sburlot dobbiamo chiudere il racconto del granoturco. Pertanto, consiglio a chi non l’avesse ancora fatto, di leggere prima “Melgot”. Una volta a casa, le pannocchie dovevano essere sgranate. Bisognava togliere i chicchi di mais dal torsolo della pannocchia, per intenderci. Si poteva fare in vari modi. Io toglievo tre o quattro file di chicchi, con il pollice, lungo tutta la pannocchia. I primi chicchi, quelli dove la pannocchia era attaccata al fusto, erano quelli più tenaci da sgranare. Una volta “fatta la fila”, come la chiamavo io, il gioco era fatto. Gli altri chicchi si sgranavano con facilità. Vi racconto l’altro modo.


LXXIX 3.585 METRI

E fu così che nel pomeriggio di venerdì 22 agosto io e Luca partimmo per la Valle d’Aosta. Monica mi disse solo “Mi raccomando!”. Povera Mony… Apro una parentesi. Ricordate ciò che scrissi in “Formazione”? Siccome era mia intenzione approfittare di questi quattro giorni anche per formare Luca, feci guidare sempre lui. Sia in autostrada sia in montagna. Sì, perché fino ad allora non aveva ancora guidato né in autostrada né in montagna. Chiudo la parentesi.


LI – CURCUMA

Sveglia alle 5:45. Alle 6:30 io e Monica eravamo già al San Raffaele, grazie al raddoppio delle corsie per ogni senso di marcia della Rivoltana. La strada, non la roggia. Vi ricordate di “Rintin”, il racconto? Parcheggio. L’accettazione della Linea Arianna apre alle 7.00. Alle 7:15 avevo già fatto il prelievo del sangue. Colazione al bar e alle 7:30 siamo in oncologia. L’appuntamento per la visita è alle 9:30. Andiamo sempre così presto, perché l’oncologa deve avere il referto degli esami per decidere se posso fare la terapia. Molti pazienti fanno gli esami del sangue il giorno prima. Io preferisco fare tutto lo stesso giorno. Così, anche oggi ne ho approfittato per scrivere qualcosa. Proprio come lo scorso martedì 23 settembre. Anche se, come vi ho già detto, con carta e penna è molto più difficile che con il PC.


CXXI – MOLTISSIMO SERENO

Sono parecchi giorni che non scrivo un racconto. Non perché non ne abbia voglia, sia chiaro, ma perché le altre attività legate al Progetto My Everest richiedono molto tempo. Ancora poche ore e questo Natale sarà passato. Il regalo più bello che ho ricevuto? Esserci ancora… Non so chi me l’abbia fatto ma, indubbiamente, è il più bel regalo che ho ricevuto quest’anno. Ne ho ricevuti anche altri di regali.


XXXII – DON SERGIO

Sono appena rientrato dal lavoro, ma ho deciso di scrivere subito qualcosa. La doccia la farò dopo, prima di cenare. Dopo, prima, iniziamo bene anche stasera… Non potevo semplicemente scrivere “La doccia la farò prima di cenare?”. Andiamo avanti. Mercoledì 1° ottobre 2014. Una data da ricordare. Per almeno due buoni motivi, ma non posso dirveli ora. E non insistete per favore, perché non posso proprio dirveli. Davvero! Torniamo al racconto.


III – UNA LINDA PELICULA

Domingo 21 de septiembre 2014, por la tarde. “Ahora vemos una linda película, leí el libro sobre el que está basada”. Estas fueron las palabras que pronunció Mónica, apenas llegamos a casa, después de una rica comida en casa de mis suegros. Título: “Bajo la misma estrella”. Trama, para quien aún no la ha visto: dos adolescentes, ella enferma de cáncer, él también, se conocen, se enamoran, él muere. Ah! Se me olvidaba, ella respira con la ayuda de un tanque de oxìgeno y a él le amputan una pierna. Joder! Pues entonces no me digas “ahora vemos una linda película”.