racconti


Un anno di My Everest

Nella giornata mondiale a sostegno della lotta contro il tumore del pancreas, noi di My Everest celebriamo una seconda e non meno importante ricorrenza. Ci sembra impossibile eppure è già trascorso un anno (ieri, per l’esattezza, 12 novembre) da quando Luigi annunciava dal suo profilo Facebook il lancio della sua personale iniziativa My Everest, rivolta ai malati come lui, con l’obiettivo di sostenerli nella battaglia contro il male per non farsi sopraffare e, anzi, suggerendo di vivere con nuovi obiettivi. Racconta Laura R. “Ebbene, un pomeriggio di settembre 2014, Luigi si presentò nei nostri uffici per presentare la sua idea per una campagna di raccolta fondi. Nelle sue intenzioni, la sua iniziativa aveva duplice scopo: da un lato voleva essere un aiuto concreto per il lavoro di medici e ricercatori, grazie alle donazioni in denaro, e dall’altro si proponeva, con il blog e la community, come un aiuto psicologico rivolto a coloro che  quotidianamente erano come lui “in prima […]


CXII – PUNK

In “Montatori e smontatori” scrissi che avrei completato il racconto stanotte. Notte insonne per via della chemio… Ho cambiato idea, perché mi sono venute in mente alcune cose che non vorrei poi dimenticarmi di scrivere. Nella tre giorni Valdostana di “3.585 metri”, racconto n° 79 o, meglio, LXXIX, che ho già reso pubblico, mi dimenticai di scrivere che fu in quei giorni che notai un aumento esponenziale della caduta dei miei capelli. Ma andiamo per gradi.


LXXXI – AZZARDI

Qual è la cosa più bella che abbia mai fatto in vita mia? Penso di averne fatte tante di cose belle in questi quarantasette anni. Le cose più belle, però, non le ho fatte da solo. Le ho fatte con Monica. O, meglio, le ha fatte Monica con me… Luca e Chiara ad esempio. Sono “le due cose più belle che abbiamo fatto insieme”. Ho fatto altre cose belle in questi quarantasette anni. Alcune un pò azzardate. Soprattutto quando ero giovane, ve le racconterò prossimamente…


LI – CURCUMA

Sveglia alle 5:45. Alle 6:30 io e Monica eravamo già al San Raffaele, grazie al raddoppio delle corsie per ogni senso di marcia della Rivoltana. La strada, non la roggia. Vi ricordate di “Rintin”, il racconto? Parcheggio. L’accettazione della Linea Arianna apre alle 7.00. Alle 7:15 avevo già fatto il prelievo del sangue. Colazione al bar e alle 7:30 siamo in oncologia. L’appuntamento per la visita è alle 9:30. Andiamo sempre così presto, perché l’oncologa deve avere il referto degli esami per decidere se posso fare la terapia. Molti pazienti fanno gli esami del sangue il giorno prima. Io preferisco fare tutto lo stesso giorno. Così, anche oggi ne ho approfittato per scrivere qualcosa. Proprio come lo scorso martedì 23 settembre. Anche se, come vi ho già detto, con carta e penna è molto più difficile che con il PC.


C – VICE

“C” come cento… Un traguardo importante per me, molto importante. Non solo quello dei cento racconti che ho scritto, ma anche quello delle mille richieste di amicizia che ho ricevuto in soli nove giorni. Per questo devo scrivere un racconto importante. In questo momento, non so ancora se potrò rendere pubblico “Nori”, il racconto che scrissi lo scorso 29 settembre. E non so neanche se potrò rendere pubblico quello che sto scrivendo ora.


LXIII – PERBACCO!

Stamattina è passato a salutarmi in ufficio Andrea, un esterno. Una persona molto cordiale. Era accompagnato da Paolo, un collega. Mi ha detto “buongiorno! Che piacere vederla! Come va?”. “Male! Molto male!” gli ho detto sorridendo… Poi ho aggiunto “Poteva andare anche peggio però! Se fosse passato a salutarmi e non mi avesse trovato, ad esempio!”. Torniamo al racconto. O, meglio, iniziamolo… Oggi, vi voglio dire che cosa pensa Monica dei miei racconti.


LXXXXII – OGNISSANTI

Ieri giornata impegnativa. Molto impegnativa, anche fisicamente. Ci ho messo un paio di mesi a sviluppare questo progetto. Solitamente, quando rincasavo dal lavoro, andavo a camminare un’oretta con Giorgio e poi cucinavo. Davo una mano in casa, per intenderci. In questo periodo non ho fatto altro che lavorare al progetto. Dalle 17.00 fino a tarda sera, a volte anche la notte. Penso, anzi ne sono certo, visto il numero di richieste di amicizia che ho ricevuto in un solo giorno, che ne sia valsa la pena. Sì, ne sono certo! Mi ero portato avanti. Ho già scritto molti racconti, è vero