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CIV – PERO QUE COSAS ME DICES?

Esta noche, antes de empezar a escribir, seleccioné “invita tus amigos a darle “me gusta” al Proyecto My Everest”, en la página de Facebook. Invita, invita, invita, invita, invita, invita. Y mientras, reflexionaba sobre el hecho que también “In vita” “me gusta”. En italiano es un juego de palabras… “in vita” quiere decir “en vida”. Mientras tanto, llueve, llueve y llueve. Esperemos no terminar bajo el agua, como en el 2002. Mony tiene razòn, pero si no logro dormir no es culpa mia. Además, viéndolo bien, es un modo de alargar la vida. Si durmiera yo doce horas al día significaría vivir menos. O no?


CIV – COSA MI DICI MAI?

Stanotte, prima di iniziare a scrivere, ho cliccato su – invita i tuoi amici a mettere “Mi piace” Progetto My Everest – nella pagina di Facebook. Invita, invita, invita, invita, invita, invita. E intanto pensavo che anche “In vita”, staccato, “Mi piace”. Gioco di parole… Intanto piove, piove e piove ancora. Speriamo di non finire ancora sott’acqua, come nel 2002. Mony avrà anche ragione, ma se non riesco a dormire non è mica colpa mia. E poi, a voler ben guardare, è anche un modo di allungare la vita. Se dormissi dodici ore al giorno vorrebbe dire vivere di meno. O no? Anche se è vero che non si può continuare a dormire così poco, come in quest’ultimo periodo.


XCVI – UNA EXCURSION INOLVIDABLE

Hoy les cuento de hoy. Porque ha habido un cambio de programa… Aún cuando tenía yo una cita muy importante… No fué fácil convencer a Mónica para que me dejara ir a Rhemes. Sobre todo solo. Después de una animada discusión, nos miramos a los ojos y le dije “Tengo que ir absolutamente. Siento la necesidad de ver esos lugares y de respirar ese aire…”.


LXIII – CARAMBA!

Esta mañana pasó a saludarme a la oficina Andrea, un externo. Una persona muy amable. Lo acompañaba Paolo, un compañero de trabajo. Me dijo “buenos días! Qué gusto verlo! Cómo está?” “Mal! Muy mal!” le dije sonriendo… Y después agregué “Podía ser peor! Si hubiera usted pasado a saludarme y no me hubiera encontrado, por ejemplo!” Regresemos a la historia. O mejor, empecémosla… Hoy, les quiero contar qué piensa Mónica de mis historias.


LXXXXII – OGNISSANTI

Ieri giornata impegnativa. Molto impegnativa, anche fisicamente. Ci ho messo un paio di mesi a sviluppare questo progetto. Solitamente, quando rincasavo dal lavoro, andavo a camminare un’oretta con Giorgio e poi cucinavo. Davo una mano in casa, per intenderci. In questo periodo non ho fatto altro che lavorare al progetto. Dalle 17.00 fino a tarda sera, a volte anche la notte. Penso, anzi ne sono certo, visto il numero di richieste di amicizia che ho ricevuto in un solo giorno, che ne sia valsa la pena. Sì, ne sono certo! Mi ero portato avanti. Ho già scritto molti racconti, è vero


XXXVII – DUE A ZERO PER ME, FORSE TRE

Per introdurre il racconto di stasera faccio un veloce copia-incolla di ciò che scrissi nelle informazioni della pagina Facebook. Febbraio 2013 – cicloergometro con elettrocardiogramma sotto sforzo, esami ematochimici ed esami delle urine in previsione della maratona di Milano del 7 aprile 2013: tutto nella norma. Domenica 10/03/2013 – ultimo “lungo” di 35 km. Martedì 12/03/2013 – 8 km di “scarico”. Giovedì 14/03/2013 (46° compleanno) – 13 km di “mantenimento” – Nella notte mal di stomaco. Sabato 16/03/2013 – Nella notte forte mal di stomaco. Domenica 17/03/2013 – Pronto Soccorso ospedale di Treviglio e immediato ricovero. Diagnosi: neoplasia cefalopancreatica condizionante ittero ostruttivo. Ecco fatto. Intanto ho già scritto mezza pagina… Caro Wilson, stasera ti parlerò di podismo.


LII – VENERDÌ 31 OTTOBRE 2014

Niente da fare. Già fatico ad addormentarmi di sera. Lasciamo stare la notte dopo aver fatto la chemio… E poi, più scrivo e più mi vengono in mente un sacco di cose che vorrei scrivere. Il cervello, che fortunatamente è ancora sano, si riattiva e allora buonanotte! Nel senso che sarà meglio mettermi a scrivere qualcosa, anche se è mezzanotte passata e mi ero ripromesso di non scrivere più di notte. Ho riletto gli ultimi racconti e mi sono reso conto che non sto più scrivendo immaginando di parlare a Wilson o a un pubblico di manichini. E che sto scrivendo senza provare il minimo imbarazzo. Nei primi racconti non era così… Questo è il cinquantaduesimo racconto che sto scrivendo. In poco più di quindici giorni.