LXXXI – AZZARDI


Qual è la cosa più bella che abbia mai fatto in vita mia?
Penso di averne fatte tante di cose belle in questi quarantasette anni.
Le cose più belle, però, non le ho fatte da solo.
Le ho fatte con Monica. O, meglio, le ha fatte Monica con me…
Luca e Chiara ad esempio. Sono “le due cose più belle che abbiamo fatto insieme”.
Ho fatto altre cose belle in questi quarantasette anni. Alcune un pò azzardate. Soprattutto quando ero giovane, ve le racconterò prossimamente…Anche se le tre cose più azzardate le ho fatte da ammalato…
Ma no che non mi riferivo alla tre giorni valdostana di fine agosto!
La prima: dare corpo al progetto “I hope, I dream, I live”.
Sviluppare quell’idea che mi è balenata in testa nella serata di domenica 31 agosto 2014. Non accantonarla, come sarebbe stato più sensato, anzi, molto più sensato fare alla luce della TAC del 29 luglio 2014. Tra nove giorni creerò il profilo Facebook di “I hope, I dream, I live”…
La seconda: iniziare a scrivere ciò che mi passa per la testa.
Questo che sto scrivendo è l’ottantunesimo racconto. Ne ho riletti alcuni: non avrei mai pensato di riuscire a scrivere certe cose. Eppure le ho scritte. Sono contento di averle scritte e spero di scriverne molte altre ancora. In “Penso proprio che continuerò a scrivere…”, l’undicesimo racconto, scrissi “Se avessi iniziato a scrivere non appena mi fu diagnosticata la malattia, avrei già scritto di molti amici, quelli veri, e di molte persone care. C’è da dire, in tutta onestà, che non sarei mai riuscito a scrivere certe cose, così come a esternare i miei sentimenti, se non mi avessero diagnosticato questa terribile malattia”. Di alcuni amici e di alcune persone care ho già scritto…
La terza: decidere di rendere pubblici i racconti.
Metterci la faccia. Lo decisi subito dopo che iniziai a scriverli. Senza la paura di apparire debole agli occhi di chi non mi conosce. Mi dissi “Altro che debolezza! Ci vogliono due palle così per rendere pubblici certi racconti! E poi cosa t’interessa cosa pensa di te chi non ti conosce?”.
Ho già scritto che non mi appartiene il dono della scrittura. Per questo, oggi, sono andato alla ricerca di un paio di aforismi da inserire nel racconto “Ti amo!” per stupire Monica.
Perché lo scrivo? Perché nel cercare quegli aforismi ne ho trovati altri tre.
Tre frasi di personaggi illustri che mi hanno fatto riflettere.

Il primo aforisma di Johann Wolfgang von Goethe.
Qualunque cosa tu possa fare, qualunque sogno tu possa sognare, comincia. L’audacia reca in sé genialità, magia e forza. Comincia ora”.
È il mio primo azzardo: I hope, I dream, I live.

Il secondo aforisma di Gabriel Garcìa Màrquez.
Nessuno ti ricorderà per i tuoi pensieri segreti. Chiedi al Signore la forza e la saggezza per esprimerli. Dimostra ai tuoi amici e ai tuoi cari quanto sono importanti”.
È il mio secondo azzardo: iniziare a scrivere racconti.

Il terzo aforisma di Alda Merini.
La semplicità è mettersi nudi davanti agli altri… E noi abbiamo tanta difficoltà ad essere veri con gli altri. Abbiamo timore di essere fraintesi, di apparire fragili, di finire alla mercé di chi ci sta di fronte. Non ci esponiamo mai. Perché ci manca la forza di essere uomini, quella che ci fa accettare i nostri limiti, che ce li fa comprendere, dandogli senso e trasformandoli in energia, in forza appunto. Io amo la semplicità che si accompagna con l’umiltà. Mi piacciono i barboni. Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle, sentire gli odori delle cose, catturarne l’anima. Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo. Perché lì c’è verità, lì c’è dolcezza, lì c’è sensibilità, lì c’è ancora amore”.
È il mio terzo azzardo: rendere pubblici i racconti.

Questo racconto è troppo serioso.
Vi dico allora della pubblicità che ho appena visto in TV.
Ah dimenticavo, è quasi ora di cenare.
La pubblicità di un assorbente.
Io capisco che sia superflessibile…
Capisco anche che si adatti al tuo corpo e non lo senti, come se sparisse…
E poi capisco anche che assorbe il doppio…
Una cosa, però, non capisco.
Non capisco perché questa pubblicità la trasmettano all’ora di cena…

Rivolta d’Adda, mercoledì 22 ottobre 2014

citazione Goethe