Luigi Sala


XCIV – PINOCHO

Nunca me ha gustado aunque, en resumidas cuentas, no me ha hecho nada. Es más, a decir verdad, me es absolutamente antipático! Estoy hablando de Pinocho, la marioneta. Han de saber que la novela de Collodi, que ni siquiera se llamaba Collodi, la leí y me gustó. Hasta eso, Pinocho básicamente era bueno, aunque a veces decía mentiras. Por lo menos él pagaba las consecuencias en primera persona. Le crecía la naríz… Hoy en día, muchas personas cuentan mentiras, pero pagan las consecuencias siempre personas que no tienen culpa de nada.


CXII – PUNK

In “Montatori e smontatori” scrissi che avrei completato il racconto stanotte. Notte insonne per via della chemio… Ho cambiato idea, perché mi sono venute in mente alcune cose che non vorrei poi dimenticarmi di scrivere. Nella tre giorni Valdostana di “3.585 metri”, racconto n° 79 o, meglio, LXXIX, che ho già reso pubblico, mi dimenticai di scrivere che fu in quei giorni che notai un aumento esponenziale della caduta dei miei capelli. Ma andiamo per gradi.


LXXX – TE AMO!

En “Remordimiento” les hice algunas confidencias. Tengo otros remordimientos. No muchos, a decir verdad. Pero nadie dice que no pueda poner remedio. Cada vez que Mónica me decía “Te amo” le contestaba “Yo también”. Cuando éramos novios, a veces me preguntaba “Por qué no me lo dices nunca?”. “Qué cosa?” Contestaba yo. Ella “Que me amas”. “Por qué haces esas preguntas? Claro que te amo. Es obvio que te amo. O no?” pensaba yo. Tú me dices “Te amo”, dos palabras, una de dos letras y una de tres: total 5 letras. Yo te digo “Yo también” dos palabras, una de dos letras y una de siete: total 9 letras. Nueve a cinco para mí… qué más quieres? Hagamos así: la próxima vez que me lo dices te contesto “Ajá, yo también”. Añado “ajá”. Doce a cinco para mí. Pongámonos serios de nuevo.>


LXXX – TI AMO!

In “Rimpianto” vi confidai alcune cose. Ne ho altri di rimpianti. Non molti per la verità. Non è detto, però, che non possa porvi rimedio. Ogni volta che Monica mi diceva “Ti amo” io le rispondevo “Anch’io”. Quando eravamo fidanzati, a volte mi chiedeva “Perché non me lo dici mai?”. “Cosa?” Rispondevo io. Lei “Che mi ami”. “Ma che domande sono? Certo che ti amo. È scontato che ti amo. O no?” pensavo. Tu mi dici “Ti amo”, due parole, una di due lettere e una di tre: totale 5 lettere. Io ti dico “Anch’io”, due parole, una di quattro lettere e una di due: totale 6 lettere. Sei a cinque per me… cosa vuoi di più? Facciamo così: la prossima volta che me lo dice le rispondo “Anche io”. Tolgo l’apostrofo e ci aggiungo la “E”. Sette a cinque per me. Torniamo seri adesso.


LXXXI – AZZARDI

Qual è la cosa più bella che abbia mai fatto in vita mia? Penso di averne fatte tante di cose belle in questi quarantasette anni. Le cose più belle, però, non le ho fatte da solo. Le ho fatte con Monica. O, meglio, le ha fatte Monica con me… Luca e Chiara ad esempio. Sono “le due cose più belle che abbiamo fatto insieme”. Ho fatto altre cose belle in questi quarantasette anni. Alcune un pò azzardate. Soprattutto quando ero giovane, ve le racconterò prossimamente…


CXXI – MUCHISIMO SERENO

Hace ya muchos días que no escribo una historia. No porque no tenga yo ganas, que sea claro, sino porque las otras actividades del Proyecto My Everest requieren mucho tiempo. Unas cuantas horas más y esta Navidad habrá terminado. El regalo más hermoso que he recibido? Existir todavía… No sé quién me lo haya dado pero, sin duda, es el regalo más hermoso que he recibido este año. Cierto, recibí otros regalos.


XIX – I POLITICI, INTENDO

Oggi non sono molto in forma. Notte insonne. Tutta notte sveglio e… mi girano le palle. E poi lo so come va a finire. Mi “imbruttisco” e scrivo cattiverie. Sì, perché penso che in Italia la Giustizia non funzioni. Sia quella Civile sia quella Penale. Basta leggere qualsiasi giornale o guardare qualsiasi telegiornale per rendersi conto che è così. Sono certo che anche i politici la pensino come me. Sia chiaro: per me la colpa non è solo della Magistratura. È anche della Politica. O meglio, dei politici “Nazionali”. Quelli di “stanza” a Roma, per intenderci. Sì, penso che la colpa più grossa ce l’abbiano proprio loro. I politici, intendo.