infanzia


XL – PRESEPI

Oggi vi parlerò dei presepi. Prima, però, vi devo dire una cosa. Nel primo racconto che ho reso pubblico “I hope, I dream, I live”, scrissi che immaginavo di parlare a un amico immaginario. Mi sono accorto che, ultimamente, tendevo a rivolgermi sempre di meno a lui. A Wilson, per intenderci. È per questo che nei racconti che ho scritto ieri e l’altro ieri, mercoledì 1 e giovedì 2 ottobre 2014, l’ho “tirato in ballo” tante volte. Non volevo che si offendesse… Anche in questo racconto ho esordito con “Oggi vi…” anziché “Oggi ti…”, come se parlassi a un pubblico più numeroso. Un pubblico di manichini, sia chiaro! E possibilmente di quelli che non fanno troppe domande imbarazzanti! Presumo che vi stiate chiedendo cosa c’entri tutto questo con i presepi. Non c’entra nulla. E allora torniamo ai presepi.


XX – MELGOT

Ecco, il giro in giardino l’ho fatto. Giusto dieci minuti però. Fa freddino stamattina. Non vorrei beccarmi qualcosa. Beccarmi qualcosa… Bella questa! Cos’altro potrei beccarmi ancora? Oggi bisogna anche falciare l’erba. Ci penserà Luca. Da quando mi sono ammalato la taglia quasi sempre lui. Anche quando sto bene, non vuole che la tagli io. Torniamo a noi.


XCIV – PINOCCHIO

Non mi è mai piaciuto anche se, in fin dei conti, non mi ha mai fatto nulla. Anzi, per dirla tutta, mi sta proprio antipatico! Sto parlando di Pinocchio, la marionetta. E sì che il romanzo di Collodi, che poi non si chiamava neanche Collodi, l’ho letto e mi è piaciuto. E poi Pinocchio era fondamentalmente buono, anche se ogni tanto raccontava qualche palla. Ma almeno lui la purgava in prima persona. Gli si allungava il naso se non altro… Oggi, invece, molti raccontano palle, ma la purgano sempre coloro che non c’entrano nulla.


XXII – CARTONI

Pur sforzandomi, non riesco ad allocare con precisione questo racconto. Ricordo solo che frequentavo le medie. Adesso, la carta e il cartone vengono raccolti porta a porta il venerdì mattina. Ed è giusto che sia così. Ai tempi, invece, la raccolta differenziata non esisteva ancora. Ma la carta e il cartone avevano un valore. Nel senso che quando venivano a ritirarlo ti pagavano. Ovviamente parliamo di certi quantitativi. Vi spiego.