scuola


VI – CREMO UNO

Alla fine della quinta elementare, correva l’anno 1978, io avevo undici anni e tifavo Juventus. Perché un bambino non può che tifare per la squadra del proprio genitore. Del resto come tutti i bambini di quell’età: Inter, Juventus e Milan, in rigoroso ordine alfabetico per non far torto a nessuno, le squadre che la facevano da padrona. Poi, alle medie, ho conosciuto don Mario, insegnante di religione e tifoso della Cremonese. “Cremonese? In che campionato gioca? In Serie B?” chiesi ingenuamente. “No, in serie C1” fu la risposta. Era l’anno scolastico 1978-1979. Come si fa a tifare per una squadra che milita in serie C1? Boh… Ho però provato, sin da subito, una certa simpatia per quella squadra provinciale.


XXVII – ERA COME L’ANGURIA

Per una più facile comprensione del testo, consiglio di leggere prima “Regoli”. Ricapitoliamo. Alle elementari bravino. Alle medie così così. Ma di cosa stiamo parlando? Ah, sì, di matematica. La materia che mi era più indigesta. Andiamo avanti. O, meglio, torniamo indietro. Agli anni dell’ITIS. Anno scolastico 1981-1982. Primo giorno di scuola. Prima ora. Non avevamo ancora il calendario delle materie. Entra la professoressa Annamaria e, dopo averci salutato, dice: “Io sono la vostra insegnante di matematica”. Non iniziai malissimo. Perché i primi mesi vissi un po’ di rendita grazie alle medie. Poi, però, le cose peggiorarono.


XXVI – REGOLI

Prima uscita di casa da martedì 23 settembre 2014. Siamo andati a pranzare dai miei suoceri a Treviglio. Poco più di un’oretta tra andare, pranzare e tornare perché non sono in formissima. Monica è arrabbiata con me e, ahimè, ha ragione. Ricordate “Xibom Bombom”? Adesso siamo otto a cinque per lei. Luca le ha dato ragione sulla questione di oggi. Poi, però, a Luca ho potuto spiegare in separata sede le mie motivazioni e ha capito. Non c’entriamo né io, né Monica, né Luca, né Chiara, ma a Monica non posso dire ciò che ho detto a Luca. E a Luca non ho nemmeno detto tutto. È una faccenda troppo complicata… Le passerà presto. A Monica, intendo. Andiamo avanti. In “ITIS”, scrissi testualmente “Matematica… Indigesta… Per il momento direi di soprassedere, anche se di cose da scrivere ne avrei, e anche molte“. Penso che oggi sia il momento giusto per […]


XII – ITIS

Ho frequentato l’Istituto Tecnico Industriale di Stato “Augusto Righi” di Treviglio dal 1981 al 1986 e ho conseguito il diploma di Perito Industriale Capotecnico nel 1986. Specializzazione Elettrotecnica. Voto quarantasex/sessantesimi. Scritto proprio così sul diploma, con la “X” al posto della “I”. Per evitare che il diploma fosse falsificato trasformando il sei in un sette. Serbo dei ricordi indimenticabili di quegli anni. Anche se non mi piaceva particolarmente andare a scuola. O meglio, andare a scuola mi piaceva, diciamo che non mi entusiasmava molto studiare… In quinta superiore eravamo in diciannove e ci diplomammo tutti. Ehm, ci hanno fatto diplomare tutti. Sì, perché sia gli insegnanti sia il Preside non ne potevano proprio più di noi. Non sto scherzando! Mi ci vorrebbe una vita intera per scrivere di quei cinque anni. Giustappunto. Una vita intera. Peccato che una vita intera non ce l’avrò…