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XLII – LUIGINO

Dovete prima leggere “Senza titolo”. Altrimenti non capireste… Riprendiamo da dove ero rimasto, ma andiamo per gradi. Intanto vi dico come mi chiamavano. Qualcuno mi chiamava Luigino. Qualcun altro mi chiamava Luigi. Altri ancora, tra cui ovviamente mia nonna, mi chiamavano Gino. E andava ancora bene che lei, mia nonna, mi chiamasse Gino e non “Zio Gino”. Avete capito a cosa mi riferisco vero?


XIV – L’ORTAGLIA

Anche stamattina sono ancora a letto, ma mi sto rimettendo… Beh, non l’avrei mai pensato che mi piacesse tanto scrivere! In “Ventisette agosto” scrissi che ci sono cose che non puoi dimenticare. Che spesso ti ritornano in mente. Vero! Mi riferivo, però, a cose brutte. Ci sono però anche cose belle che col passare del tempo tendiamo a dimenticare. Fortunatamente non le rimuoviamo, ma le archiviamo da qualche parte nella nostra mente. Da quando ho iniziato a scrivere questi racconti, che poi non sono racconti perché sono episodi veri di vita vissuta, mi sono reso conto che pensando a un periodo ben preciso della mia esistenza mi viene molto facile ricordare. La cosa bella è che mentre scrivo riesco a rivivere anche le emozioni di quei momenti anche se, ovviamente, non con la stessa intensità di allora. Non l’avrei mai pensato prima di iniziare a scrivere! Mi ripeto allora: è […]


XI – PENSO PROPRIO CHE CONTINUERÒ A SCRIVERE…

Lunedì 22 settembre 2014, dopo cena, presi la decisione che avrei iniziato a scrivere, senza sapere cosa avrei scritto. Sì, anche perché sino allora non avevo mai scritto nulla, ma proprio nulla. Sinceramente, non appena mi fu diagnosticata la malattia, mi venne l’idea di scrivere episodicamente ciò che mi sarebbe successo. Poteva essere una sorta di diario da utilizzare come traccia, nel caso in cui fosse andato tutto per il verso giusto, per scrivere un libro. Va beh dai, libricino… Poi, per il timore che ciò che avrei scritto avrebbe potuto essere in qualche modo ancor più destabilizzante per Monica, Luca e Chiara, desistetti. Sostanzialmente mi disturbava l’idea di “tenere troppo vivo il ricordo” anche dopo. Boh… Penso di aver sbagliato. Perché se potessi tornare indietro, scriverei tutto, istante per istante.