XXXV – DRAGHI


Il titolo del racconto di stasera l’ho già deciso.
Lo intitolerò “Draghi”.
Ti parlerò dei draghi.
“Mario Draghi? Il Presidente della Banca Centrale Europea?”.
No Wilson, non di quello.
E poi ho detto dei draghi, non di Draghi.
Il draghetto verde dei cartoni animati che trasmettevano alla TV quando facevo le elementari.
Ne combinava di tutti i colori e poi diceva sempre “Io sarò pompiere, sarò pompiere, sarò pompiere!”.
Che poi non si dice pompiere ma Vigile del Fuoco.
Anche se, in questo caso, è meglio pompiere.
Te lo immagini se avesse detto “Io sarò Vigile del Fuoco, sarò Vigile del Fuoco, sarò Vigile del Fuoco!”.
Non suona bene…
Stasera, però, non ti parlerò di Grisù.Ti ricordi quando ti raccontai di quell’amico che mi scrisse che non mi avrebbero catturato i soldati “con spade e bastoni” né “il grande drago” che si era insediato in me sarebbe riuscito a prevalere?
Come non ti ricordi?
Ah già, hai ragione.
Quella storia non te l’ho ancora raccontata.
La accennai, però, in un altro racconto.
Vai a rileggerti quel racconto. Anzi, lascia stare. Perché non è neanche di quel drago che ti voglio parlare stasera.
Come non ci stai capendo più niente?
Partiamo dall’inizio.
In mitologia, i draghi erano degli animali che avevano l’aspetto di grossi rettili che sputavano fuoco. In quei racconti, quelli mitologici intendo, i draghi erano molto forti ed erano tutti cattivi, non come Grisù.
Davide Cassani, ciclista professionista dal 1982 al 1996, ora commissario tecnico della nazionale italiana di ciclismo su strada, fu anche commentatore televisivo per Rai Sport fino a poco tempo fa. Commentatore di gare ciclistiche s’intende. La parola “drago”, riferita a una persona, la sentii pronunciare per la prima volta da lui. Disse “drago” per rendere meglio l’idea di quanto un tal ciclista fosse forte in salita. Intendeva forte fisicamente, come i draghi della mitologia per intenderci.
Mi piacque quel riferimento.
Utilizzai spesso quel termine in ambito lavorativo, per meglio rendere l’idea di quanto un tal collega fosse “forte”.
Andiamo avanti.
Alpinisticamente parlando il compianto Walter Bonatti era un drago. Lui, però, non fu forte solo fisicamente. Era una persona onesta, d’indubbia moralità. Una persona con la schiena dritta, per capirci. Io, le persone come Bonatti le definisco “draghi a 360 gradi”.
Wilson, io stasera volevo parlarti di alcune persone che reputo dei draghi a 360 gradi.
Draghi a 360 gradi che, però, ho avuto la fortuna di conoscere personalmente.
Meno forti fisicamente di Bonatti, non v’è dubbio, ma con la schiena dritta, proprio come lui.
Ho proprio scritto oggi “Don Sergio”.
Ecco, lui per me è un drago a 360 gradi.
In ambito famigliare, mio papà e mio nonno materno furono dei draghi a 360 gradi.
Ne conosco altri.
Un paio li ho conosciuti anche in ambito lavorativo.
Avrei voluto parlarti di loro ma, come al solito, mi sono dilungato troppo.
Facciamo così: adesso cerco di dormire perché è quasi mezzanotte e sono stanco, molto stanco.
Ti prometto, però, che scriverò di ognuno di loro nei prossimi racconti.
Buonanotte Wilson!

Rivolta d’Adda, mercoledì 1° ottobre 2014

Walter Bonatti Eric Abram K2 1954