Studio PACT-15 pronto per la pubblicazione


Diamo la parola al dott. Michele Reni, medico oncologo e ricercatore:

 

Con orgoglio, ma soprattutto con profonda commozione, vi comunico che ho da poco saputo che è stato accettato per pubblicazione su The Lancet Gastroenterology and Hepatology il lavoro con i risultati dello studio PACT-15. Proprio lo studio cui aveva partecipato Luigi. E non sarà certo frutto del caso se viene accettato proprio nel mese di marzo, il mese di Luigi.

Non si tratta di uno studio banale.

In primo luogo, questo è il primo studio randomizzato in assoluto che viene concluso e pubblicato in riferimento all’uso della chemioterapia neoadiuvante nei pazienti con tumore del pancreas resecabile.

In secondo luogo è uno studio basato sull’iniziativa di ricercatori indipendenti, senza scopo di lucro. Un plauso e un grazie vanno quindi alle 2 Associazioni (“My Everest” e “Per La Vita”) che lo hanno sostenuto e che figureranno per questo motivo sull’articolo.

In terzo luogo, si tratta di uno studio tutto italiano, che conferma il predominio dell’ideazione italiana – e del San Raffaele di Milano in particolare – nel settore della ricerca sul tumore del pancreas. Siamo stati i primi, con 6 anni di anticipo, a dimostrare che nella malattia metastatica la chemioterapia di combinazione funziona meglio di quella con un solo farmaco. Siamo stati i primi – e per ora gli unici – a sollevare l’ipotesi dell’utilità di una terapia di mantenimento dopo chemioterapia di induzione. Siamo stati i primi a segnalare che si può fare di più con ciò che abbiamo a disposizione anche negli stadi III (vedere precedente articolo sul PAC-19). Con questo lavoro, siamo i primi a portare robuste prove a sostegno della priorità di un approccio chemioterapico come prima terapia nella malattia resecabile. Infatti, con uno schema di combinazione adeguato ed efficace, l’aspettativa mediana di vita è prolungata di un anno e mezzo rispetto all’attuale standard di trattamento e, cosa di gran lunga più importante, le probabilità di superare i 5 anni dall’inizio della terapia sono circa quadruplicate.

Data la rilevanza di questo lavoro, diventa ancora di più un imperativo morale, cercare di attivare lo studio PACT-21 nel tentativo di confermare su più ampia scala e in modo incontrovertibile i risultati del PACT-15.