XVII – TILL


Questa volta il titolo del racconto l’ho già deciso.
Lo intitolerò “Till”, come il nome del primo cane che ho avuto.
Era un bastardino. Un meticcio, in italiano.
Uno pseudo-volpino nero con le estremità delle zampe e della coda di color bianco.
Ce lo regalarono, non ricordo chi, quando io non avevo ancora un anno.
Praticamente eravamo della stessa classe. Coetanei, in italiano.
Qualcuno potrà obiettare: come fai a ricordarti che ve l’avevano regalato se avevi solo un anno?
Non me lo ricordo infatti. È che i bastardini non li vendono adesso come non li vendevano allora.
Per questo non possono che avercelo regalato.

Till aveva una cuccia bianca con il tetto rosso. Con tanto di nome intarsiato.
L’aveva fatta mio papà. La cuccia intendo.
Avevo già scritto in “L’ortaglia” che mio papà faceva il falegname.
È per questo che la cuccia era una vera e propria opera d’arte.
Molto bella. Sì, era proprio bella.
Peccato che Till non ci sia mai entrato.
Neanche una volta! Neanche una!
Mi ricordo che in inverno dormiva in cantina mentre in estate sotto il portico.
Till era proprio un rompicoglioni!
Abbaiava sempre. Giorno e notte.
Era anche un attaccabrighe.
Spesso e volentieri spariva per giorni interi da casa. Quando faceva ritorno era sempre pesto perché litigava con ogni cane che gli si parava davanti.
Non sempre le ferite che rimediava si rimarginavano perfettamente.
Nel 1974, quando ci trasferimmo in via Gramsci, io e Till avevamo 7 anni. Ricordo che era già zoppo (zampa posteriore destra) e cieco (occhio sinistro) a causa delle litigate con gli altri cani.
Ma il bello doveva ancora venire.
Non ricordo, di preciso, quando tornò a casa con l’orecchio destro completamente lacerato. Guarì, ma rimase un bel buco al centro dell’orecchio.
Con bel buco intendo dire grosso, non bello, sia chiaro!
Già Till non era bello di suo.
Immaginatevelo zoppo, cieco e con l’orecchio bucato.
No, non era proprio un bel vedere…
Nel 1975 arrivò a casa nostra un altro cane.
Un Collie.
Non di colore rossiccio come quello del film “Torna a casa, Lassie!”. Era nero. Molto più bello di quelli di color rossiccio.
Lo chiamai Rintin.
Tutto attaccato.
Non come il pastore tedesco del film “Le avventure di Rin Tin Tin”.
Troppo lungo il nome Rin Tin Tin.
Ma la storia di Rintin ve la racconterò un’altra volta.
Era solo per dirvi che, incredibilmente, Till e Rintin non hanno mai litigato. Neanche una volta.
Ma forse era per merito di Rintin se non litigarono mai.
Non ricordo il mese. Correva l’anno 1981.
Till rientrò a casa piuttosto malconcio quella sera. La notte stessa morì. Aveva 14 anni.
Se è vero che ogni anno di un cane equivale a 7 anni di un essere umano vuol dire che, quando morì, di anni ne aveva 98.
Beato lui!
Anche io di anni ne avevo 14 quando Till morì.
Non ero più piccolo, ma ricordo che piansi lo stesso.
In fin dei conti eravamo cresciuti insieme.
E poi era il primo cane che ho avuto…

Rivolta d’Adda, venerdì 26 settembre 2014

zampe di cane