Convegno al San Raffale per la giornata mondiale sul tumore del pancreas


Ieri, giovedì 17 novembre, ho partecipato ad un convegno presso il San Raffaele per celebrare con medici e pazienti la giornata mondiale sul tumore del pancreas.
E’ stato un convegno ricco di spunti, secondo me.

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Il benvenuto è stato dato dal Prof. Falconi che ha introdotto il tema spiegando come la multidisciplinarietà sia diventata il metodo ordinario con cui i medici si prendono cura del paziente. La parola è complicata ma il significato è semplice, significa che il caso clinico viene studiato e discusso collegialmente fra più specialisti: l’oncologo medico, il radioterapista, l’anatomopatologo, il chirurgo, l’endoscopista, ecc. Insomma, non un solo medico ma un’itera equipe che discute e si confronta.

A seguire il dott. Balzano ha spiegato la sua visione di “ospedale trasparente” ovvero la possibilità per noi cittadini di conoscere i dati come ad esempio con quale frequenza certe patologie, soprattutto se rare, vengono trattate in ciascun ospedale al fine di poter valutare la struttura dove farsi curare e, di conseguenza, di poter scegliere con più consapevolezza. Ha anche detto che le collaborazioni fra ospedali sono essenziali per fare fronte comune contro le malattie e che i centri di eccellenza devono essere il riferimento dei piccoli centri, proprio per offrire le migliori cure a tutti i pazienti.

15032849_1291822294196355_5186383608381368447_nBello e incoraggiante è stato anche l’intervento del dott. Cascinu che ha parlato di immunoterapia come nuova arma per combattere il cancro. Casi di successo ne sono stati documentati in varie patologie, chissà se sarà possibile avere successo anche contro il tumore del pancreas.

Un filo conduttore ricorrente in tutti gli interventi è stata la richiesta, sia da parte dei medici che dei pazienti, di fare Rete perché solo in questo modo, facendo circolare le informazioni, chiedendo pareri fra più specialisti, si potrà offrire ovunque assistenza qualificata.

Ed infine eccomi qui, a presentare il nostro Progetto My Everest.

Ascoltando le testimonianze dei pazienti in sala ho pensato che potremmo fare qulcosa anche noi, come associazione. Conoscere la casistica di un ospedale sul trattamento di una malattia rara è un importantissimo indicatore che aiuta il paziente, soprattutto se ha appena ricevuto la dignosi di una malattia così terribile, a scegliere dove andare a farsi curare. Sarebbe un bel passo avanti avere una “Guida” a disposizione di tutti nella quale trovare queste informazioni ed è importante che gli enti sappiamo che questa richiesta è un bisogno forte del paziente.

Ancora una volta, più che mai, I hope, I dream, I live : voi cosa dite, proviamo a far sentire anche la nostra voce?