LXXXXII – OGNISSANTI


Ieri giornata impegnativa.
Molto impegnativa, anche fisicamente.
Ci ho messo un paio di mesi a sviluppare questo progetto. Solitamente, quando rincasavo dal lavoro, andavo a camminare un’oretta con Giorgio e poi cucinavo. Davo una mano in casa, per intenderci. In questo periodo non ho fatto altro che lavorare al progetto. Dalle 17.00 fino a tarda sera, a volte anche la notte. Penso, anzi ne sono certo, visto il numero di richieste di amicizia che ho ricevuto in un solo giorno, che ne sia valsa la pena. Sì, ne sono certo! Mi ero portato avanti. Ho già scritto molti racconti, è vero
Anche se le richieste di amicizia caleranno nei prossimi giorni, com’è normale che sia, devo però fare ancora un sacco di cose.
Ad esempio, in molti racconti ho fatto nomi di persone. Per correttezza nei loro confronti dovrò chiedere a ognuna di loro il consenso a renderli pubblici. Ad alcune persone, per riservatezza, potrebbe non far piacere essere citati. È più che comprensibile.
Anche se sono amici, o persone care, li dovrò chiamare e spiegare loro, per benino, il tutto.
Ieri pomeriggio, però, mi sono concesso la prima camminata con gli amici. Dopo molto tempo.
Siamo andati fino al canale Vacchelli, a Spino d’Adda.
Lungo la pista ciclabile. Ci siamo portati a metà strada tra Rivolta e Spino in macchina, prima di incamminarci a piedi.
Quante volte l’ho percorsa di corsa quella pista ciclabile quando praticavo podismo!
L’ho percorsa di corsa si potrà scrivere?
Boh, fa niente. Ormai l’ho scritto.
E quante volte l’ho percorsa, sia camminando a piedi, sia in bicicletta da quando mi sono ammalato! Vi racconterò.
Sia camminando a piedi…
Come vuoi camminare se non a piedi?
È che ormai ho scritto anche quello.
Niente ripensamenti, andiamo avanti!
E poi sono giustificato… sono le 6:30 e ho dormito pochissimo.
La giornata era bella, bello anche il tramonto.
“Il tramonto di Luigi” mi sono lasciato scappare sulla strada del ritorno. Ale, Federica e Monica mi hanno massacrato!
Che caratteraccio che hanno… non si può neanche scherzare.
E sì che Monica è abituata. Lo capirete leggendo alcuni racconti che ho già scritto.
Abbiamo visto un bel fagiano maschio, alcuni germani reali (le anatre selvatiche, non i Teutoni della Germania) e molti cormorani.
Come faccio a sapere che il fagiano era maschio? L’ho capito dal colore del piumaggio.
Perché non sapevo se Woody e Matilde erano maschi o femmine?
Cosa c’entrano adesso Woody e Matilde?
Lo scoprirete quando pubblicherò quei racconti.
Ho visto anche qualche campo di mais con gli stungiù.
Che cosa sono gli stungiù?
Avete ragione… è un termine dialettale.
Lo scoprirete quando pubblicherò “Melgot”.
Cos’è il melgot?
Avete ragione… è un termine dialettale anche quello.
Intanto mi sono accorto che ho commesso un grave errore: ho scritto questo racconto con dimensione carattere undici. Come tutti gli altri che avevo già scritto.
Solo ora l’ho cambiato in quattordici per renderlo più leggibile su Facebook.
Se l’avessi scritto da subito con dimensione quattordici mi sarei fermato prima.
Una paginetta.
Questa volta non tanto per non annoiarvi, come scrissi in alcuni racconti. Perché mi è già parso di capire che molti di voi non si annoiano a leggerli. Bene! Sono contento!
L’avrei fatto per me… per mettere due balle di fieno in cascina anziché una… poiché ogni venticinque nuovi amici ne devo pubblicare uno.
Ma per le balle di fieno vi rimando a “Mi piacciono ancora adesso quei profumi…”. A quando lo pubblicherò.
Intitolerò questo racconto “Ognissanti”… perché ieri era il 1° novembre.

Rivolta d’Adda, domenica 2 novembre 2014

Canalevacchelli2