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Nei recenti lavori del gruppo di Oncologia Medica dell’Ospedale San Raffaele di Milano è stato studiato lo schema PAXG (cisplatino, nab-paclitaxel, capecitabina, gemcitabina) come prima linea di trattamento della malattia non resecabile chirurgicamente e metastatica.
Trattandosi di due studi di fase II randomizzati, non è possibile dimostrare con certezza la superiorità di questo schema rispetto ad altri tuttavia, i dati riportati suggeriscono diversi verosimili vantaggi:
  1. il beneficio della chemioterapia con 4 farmaci è maggiore rispetto agli schemi in uso in entrambi gli studi
  2. questo beneficio sarebbe ottenuto con minori effetti tossici
  3. lo schema PAXG richiede meno accessi in ospedale per la somministrazione dei farmaci che si ridurrebbero a 2 rispetto agli attuali 3 o 4 delle terapie oggi in uso
  4. il costo dei 4 farmaci è inferiore di almeno il 15% rispetto agli altri schemi
  5. l’utilizzo del platino in concomitanza ad nab-paclitaxel risolverebbe il dilemma di quale trattamento utilizzare in prima linea nei pazienti con difetti di riparazione del DNA (BRCA, PARP, ATM ecc.) che rappresentano oltre il 10% degli affetti da tumore del pancreas

Alla luce del potenziale beneficio ottenibile sia in termini di controllo della malattia sia di tolleranza del trattamento, di costi per il Sistema Sanitario Nazionale e di comodità per il paziente, chiediamo di consentire l’uso di nab-paclitaxel attualmente autorizzato in combinazione solo con gemcitabina (chemioterapia con 2 farmaci) in associazione a cisplatino e capecitabina nell’ambito di PAXG (nuovo schema a 4 farmaci).

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