XXXIII – FORMAZIONE


Cenare abbiamo cenato anche stasera.
E anche bene!
E ho pure bevuto!
Un tozzo di pane raffermo, una crosta di formaggio e un bicchiere di acqua del rubinetto.
Ha preparato tutto Monica.
Io non ho dovuto fare niente.
Ma proprio niente!
Mangiare, bere e basta!
E non sto scherzando, davvero!
O, meglio, sto scherzando su ciò che abbiamo mangiato, ma non sul fatto che non ho dovuto fare niente. È da un po’ di tempo che non faccio più niente.
In casa, intendo.
Beh, non proprio niente.
Perché faccio tanta formazione…
Cerco di spiegarmi meglio.

Quando stai bene, quando sei in salute per intenderci, non pensi che potresti “Annà all’arberi pizzuti”, per dirla in romanesco e non in dialetto rivoltano, da un momento all’altro. Quando ti succede quello che è capitato a me, inizi però a pensarci a certe cose. Soprattutto se hai una moglie e due figli.
“Certo che vi è capitata proprio bella…”.
Queste sono le testuali parole che disse a mia moglie una persona. Era il mese di aprile dello scorso anno, pochi giorni dopo che fui dimesso dall’ospedale San Raffaele.
È sì, ci è capitata proprio bella!
Dipende, però, dai punti di vista.
Anche se è pur vero che poteva andarmi peggio. Nel senso che se fossi venuto a mancare nel giro di poco tempo non avrei potuto fare formazione.
Questo racconto lo intitolerò “Formazione”.
Ricollegandomi al tozzo di pane raffermo, alla crosta di formaggio e al bicchiere di acqua del rubinetto, ho potuto formare Monica a cucinare. Non che prima non fosse capace, sia chiaro!
Diciamo che prima faceva da mangiare, adesso cucina.
E anche bene!
Non come cucino io, ma comunque bene.
Torniamo seri.
Sulla formazione non sto scherzando.
Mi riferisco, in particolare, a tutti quei lavoretti che facevo in casa.
Quel pensiero mi turbava, e non poco.
In questo anno e mezzo ho potuto formare Luca a falciare l’erba del giardino e a tagliare le siepi. A pulire i pozzetti dei pluviali del tetto. A impostare la centralina dell’impianto d’irrigazione e il timer per l’accensione dei lampioncini del giardino. A impostare il combinatore telefonico dell’antifurto. A sostituire le alogene e i faretti. A ricaricare il dosatore automatico Cillichemie e a pulire il filtro della lavatrice.
A proposito di dosatore: proprio oggi ho visto che era vuoto…
Vediamo se domani ci metterà i sali minerali.
E poi l‘ho formato a fare tutta una serie di altre cosettine, che ora non sto a scrivere, che prima facevo solo io.
E che risultati hai ottenuto?
Che io non faccio più un cazzo!
Scherzo dai!
Formandolo, lui si è responsabilizzato.
E, formandolo, io mi sono rasserenato.
Da quando mi sono ammalato, però, certe cose non le faccio più per davvero!
Ma questa è un’altra storia e ve la racconterò un’altra volta.
Stasera non mi è ancora venuto sonno.
Adesso scriverò dei draghi.
Sì, dei draghi…

Rivolta d’Adda, mercoledì 1° ottobre 2014

sbucciare le patate