XXVIII – NORI


Sono appena tornato a casa dal lavoro. Oggi non sono per niente in forma. Mal di stomaco, mal di pancia e chi più ne ha più ne metta. Monica finirà di lavorare alle 19.00.
E allora mi sdraio e scriverò ancora qualcosa.
Il 31 marzo 2013 fui dimesso dall’ospedale San Raffaele. Dopo qualche giorno, martedì 9 aprile, trovai nella cassetta delle lettere una busta senza francobollo, recapitata a mano. La aprii e la lessi. Riporto testualmente:Ciao Luigi,
è iniziato un brutto periodo per te, lo so.
Un periodo che cambierà per sempre la tua vita.
Cambierà il tuo modo di vedere le cose intorno a te. Cambierà il tuo modo di comportarti.
Cambieranno le tue priorità.
Tutto cambierà, ma questo non dovrà impedirti di lottare, di combattere per restare te stesso.
Ricordati che Monica, Luca e Chiara sono dalla tua parte. Ti sono accanto
per lottare con te.
TI AMANO.
Lo so per esperienza.
La tua famiglia non ti lascerà da solo.
Rendili partecipi della tua disperazione, perché è anche la loro.
Arriveranno momenti in cui sarai tu a dover dare forza a loro, a rassicurarli che ti senti forte, perché sei tu che stai vivendo questa “cosa” in prima persona e solo tu sai come ti senti.
E gli amici…
Anche loro sono importantissimi.
Chiedi aiuto.
Non è debolezza, non è umiliazione.
È umano aver bisogno di una parola, di un sostegno.
Non chiudere la tua porta.
Parla loro.
Alcuni si perderanno per debolezza.
Ma altri li troverai, non per compassione, ma perché impareranno a volerti bene.
E questo, ti assicuro, ti farà molto bene.
Sentirsi circondato e sostenuto…
Anche l’essere arrabbiato per quello che ti sta capitando ti aiuta.
Io pensavo che non fosse un sentimento che potesse centrare con la malattia, ma poi ho scoperto che l’incazzatura dava più forza dell’abbattimento.
Non devi permettere a quello che hai dentro di vincere.
Anche parlare con chi sta percorrendo il cammino come te, come noi, è un bene, aiuta a esternare i dubbi, le paure, i malesseri.
Condividere è aiutarsi.
Ti abbraccio.
Nori

Questo il testo dell’e-mail, che aveva per oggetto “Drago invisibile ma non invincibile”, che le inviai alle ore 18:47 del giorno stesso:

Ciao Nori,
innanzitutto mi scuso se non ti ho chiesto personalmente l’indirizzo di posta elettronica ma me lo sono fatto “passare” (l’ho fatto solo perché volevo risponderti quanto prima). Nel confessarti che in questi giorni ti ho pensato parecchio (mal comune mezzo gaudio? Nel nostro caso direi di no…) e nel ringraziarti per ciò che mi hai scritto, sono certo che avremo modo di confrontarci e sostenerci a vicenda su ciò che, ahinoi, ci è capitato. Da parte mia, durante il giorno, cerco di lavorare (parecchio) da casa con il personal computer e di mantenermi quanto più possibile attivo con il giardinaggio e altri piccoli lavori. Per il resto, soprattutto di notte, non faccio altro che pensare a Monica, Luca e Chiara. Finora non mi sono ancora arrabbiato (non saprei neanche con chi prendermela). Questo però non vuol dire che non sia determinato nella battaglia che dovrò affrontare. Un amico mi ha scritto che non mi cattureranno i soldati “con spade e bastoni” né “il grande drago” che si è insediato in me riuscirà a prevalere: spero che abbia ragione!!! A dire la verità c’è qualcosa mi fa arrabbiare: pensare di aver corso 35 km domenica 10 marzo, 8 km martedì 12 marzo, 13 km giovedì 14 marzo (giorno del mio 46° compleanno) senza problemi e andare al pronto soccorso di Treviglio domenica 17 marzo per essere poi ricoverato. La scorsa domenica avrei dovuto correre la mia prima maratona a Milano e invece… Pazienza. A confronto, quello che mi aspetta, e che tu hai già iniziato a correre, è una 100 km nel deserto senza preparazione atletica: difficile, anzi difficilissima ma non impossibile per chi ci crede (e noi ci DOBBIAMO credere). Avrò modo di raccontarti dettagliatamente il mio percorso, se così lo vogliamo chiamare, che doveva iniziare giovedì scorso (niente terapia perché le transaminasi non erano scese abbastanza dopo che mi avevano posizionato una endoprotesi metallica nel coledoco) e che, a questo punto, spero davvero possa iniziare domani (esami ematochimici permettendo). Mai e poi mai avrei pensato, un mese fa, di “sperare” di poter iniziare un ciclo di chemioterapia quanto prima: non lo trovi paradossale?
Spero tu stia bene…
Grazie ancora
A presto
Luigi

Ci siamo scambiati altri scritti via mail.
Poi, purtroppo, il 19 marzo 2014 Nori è venuta a mancare.
Era una donna minuta ma molto forte. Non so ancora se leggerete questo racconto. Io l’ho scritto perché mi sentivo di scriverlo. Ne dovrò parlare prima con Vice, suo marito e con Luca e Marco, i suoi figli. Non so quando avrò il coraggio di farlo…
“C’è pronta la cena” mi grida Monica.
“Un secondo, arrivo” rispondo io.
Termino.
La rileggo spesso la lettera di Nori. E più la rileggo e più mi rendo conto che aveva ragione.
Su tutto! Avrò modo di raccontarvi.
Non scriverò, però, degli amici che si sono persi per “debolezza”, ma di quelli che non si sono persi, come Ezio, Fabio, Giovanni e Luca.
E di quelli che “ho trovato”, come Vice, che lo scorso luglio ha condiviso con noi l’esperienza estiva al campeggio VIVA LA GENTE di Rhemes e come Giorgio, il mio vicino di casa.

Rivolta d’Adda, lunedì 29 settembre 2014

Writing a letter