XCIII – È LA SOMMA CHE FA IL TOTALE!


Lo sapevo che con i numeri romani mi sarei incasinato…
Andate a vedere “Ognissanti”.
LXXXXII per scrivere 92.
Se andavo avanti così, come scrivevo 99?LXXXXIIIIIIIII?
Che sfigato!
Va beh, meno male che almeno stanotte sono riuscito a dormire qualche ora…
Andando al lavoro mi sono fermato a scattare una foto del sole che sorgeva fra Truccazzano e Albignano.
Forse è meglio scrivere che andando al lavoro mi sono fermato fra Truccazzano e Albignano a scattare una foto del sole che sorgeva.
Sì, è meglio.
La foto l’ho poi pubblicata su Facebook, perché fa pendant con quella che aveva scattato Ale sabato scorso.
Alle 12:00 sono tornato a casa a pranzare. In meno di tre quarti d’ora torno a casa, pranzo e rientro al lavoro.
Sì, lo so che pranzo troppo velocemente. L’ho scritto anche in “Curcuma”. O, meglio, ho scritto ciò che aveva detto un’altra persona. Ma questa è un’altra storia.
In realtà pranzo velocemente per via di ciò che cucina Monica…
Rientrato al lavoro, Franco mi ha invitato per una fetta di torta. Oggi compie gli anni. Auguri Franco!
Quanti anni compie?
Non ve lo posso dire…
La torta era molto buona. Ho bevuto anche mezzo bicchiere di prosecco, ma non bisogna dirlo a Monica.
Apro una parentesi.
Lo so che nelle INFORMAZIONI del profilo Facebook ho scritto che non bevo.
Non mettiamo i puntini sulle “I”.
Intendevo dire che prima di ammalarmi bevevo poco, pochissimo.
Mezzo bicchiere di vino rosso a pranzo e mezzo a cena. Vino Raboso, imbottigliato da me. Quello di “Corona e Vitali” per intenderci, anche se non l’ho ancora reso pubblico.
Se mettiamo i puntini sulle “I”, qualcuno potrebbe anche contestarmi che bevo l’acqua ad esempio.
Perché se ho scritto che non bevo e poi bevo l’acqua…
Capito cosa intendo?
Chiusa la parentesi.
Torniamo alla torta che, ripeto, era molto buona.
Intanto che la stavamo gustando Emanuela ha illustrato il mio progetto benefico agli altri colleghi.
Io ho fatto diversi esempi per spiegare cosa intendo per “È la somma che fa il totale!”.
Per raccogliere fondi in un periodo di crisi economica come questo senza gravare sulle spalle di nessuno… mi piacerebbe che non sia una sola persona a donare dieci euro ma dieci persone a donare un euro.
Ho fatto l’esempio del classico salvadanaio a forma di maialino: pochi centesimi per volta…
Poi ho fatto altri esempi d’iniziative già lanciate.
E, poiché eravamo in dieci, ho fatto l’esempio della torta che avevamo appena finito di mangiare, per rendere meglio l’idea.
Un Euro a fetta.
Eravamo in dieci.
Dieci Euro…
Magari!
Paolo ci ha tenuto subito a dire che lui non l’aveva mangiata.
Ulisse ha detto che non era buona.
Andrea non ci stava perché di fette ne aveva mangiate cinque e in ogni caso cinque Euro non li aveva.
Calma! Stavo solo facendo un esempio pratico per farvi capire che è la somma che fa il totale!
Poi Lorenza ha distribuito i biscotti che aveva preparato con le sue mani. Le fave dei morti.
Fave dei morti: io ne ho chieste una decina… per il nome.
In realtà ne ho mangiata una. La più piccola, per via della glicemia.
Paolo ne ha mangiate cinque. Perché non aveva mangiato la torta.
Allora ho fatto l’esempio delle fave dei morti, sempre per rendere l’idea che è la somma che fa il totale.
E Paolo ha cercato di emulare Ulisse, dicendo che non erano buone. Come non erano buone? Ne ha mangiate cinque! Le più grosse!
Anche Andrea ne ha mangiate cinque. Gli sono piaciute, ma se non aveva i cinque Euro per la torta, non poteva averli neanche per le fave. E, su questo, devo riconoscere che ha ragione anche lui.
Non ho capito se a Ulisse sono piaciute o no. Nel senso che non l’ha capito neanche lui, perché ha detto che aveva in bocca il sapore della torta che non gli era piaciuta…
Fermi tutti! Anche questo è un esempio pratico per farvi capire che è la somma che fa il totale!
Non mi è rimasto altro da fare che l’esempio del bicchiere di vino.
Sempre un Euro a testa. Tre erano astemi, uno ha detto di non aver bevuto, un altro ha finto di sentirsi male, Davide si è nascosto sotto il tavolo e non voleva più uscire… e l’ultimo sosteneva che la bottiglia non era ancora stata stappata.
Ma come?
Se abbiamo fatto anche il brindisi…
Mi sembrava di rivivere “È questo ciò che intendevo dire…”, che però non ho ancora reso pubblico.
Allora, Emanuela e Lorenza volevano a tutti i costi darmi cinque Euro a testa, per arrivare a dieci.
Ferme anche voi!
Non è giusto gravare sulle tasche di voi due e basta. Anche se l’iniziativa è benefica.
Facciamo così: convincete gli altri sette della bontà dell’iniziativa a darvi un Euro a testa e, con il mio Euro, arriviamo a dieci.
Mi sono spiegato?
Una volta rincasato ho aperto il profilo Facebook e ci sono stato sino a non ricordo quando.
Una pausa di cinque minuti. Giusto per cenare, sempre per via di ciò che cucina Monica…
Poi ho scritto questo racconto.
Tra poco spegnerò il PC nella speranza di riuscire a dormire.
Domani chiederò ad Andrea, Davide, Emanuela, Franco, Ivo, Lorenza, Paolo, Stefano e Ulisse il nulla osta per rendere pubblico il racconto.
Lo voglio pubblicare domani sera per rendere meglio l’idea che è la somma che fa il totale!
Ah, dimenticavo… avete ragione voi.
Lo so anch’io che Monica è una Santa.
Non c’è bisogno che facciate gli spiritosi.
È da quando ci siamo sposati che le dico “Tu hai l’aureola quadrata in testa”.
E quella dell’aureola quadrata non è una battuta…
Forse non tutti sanno che l’aureola quadrata, anziché tonda, veniva associata a persone considerate Sante ancorché viventi. Davvero!

Rivolta d’Adda, lunedì 3 novembre 2014

Alba tra Truccazzano e Albignano