Tumore al pancreas: si va veramente verso la personalizzazione delle cure?


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Un gruppo di ricercatori internazionale, coordinato da australiani, ha proposto di classificare i tumori del pancreas in 4 sottogruppi sulla base del profilo molecolare definito mediante analisi genomiche. In breve, lo studio ha raccolto e analizzato il tessuto tumorale di 456 pazienti sottoposti a resezione chirurgica di alcuni tipi di tumore pancreatico e ha individuato la presenza di mutazioni genetiche con incidenza da 5 al 92% in 32 differenti geni, appartenenti a 10 meccanismi molecolari distinti. Il raggruppamento nei 4 sottogruppi finali si basa sul prodotto di questi geni.

Questa scoperta al momento attuale non ha alcuna implicazione pratica per varie ragioni. In primo luogo, non è chiaro se questi risultati siano applicabili anche ai pazienti con malattia non resecabile, che rappresentano circa l’85% dei pazienti con tumore del pancreas. In secondo luogo, le informazioni relative all’evoluzione clinica dei 4 sottogruppi sono relative solo al 20% circa del totale dei pazienti e non consentono di individuare differenze dal punto di vista prognostico tra i 4 sottogruppi in quanto solamente uno dei 4 sembrerebbe aver avuto un’evoluzione diversa dagli altri 3. Inoltre, mancano totalmente le informazioni relative ai trattamenti ricevuti dopo l’intervento e, conseguentemente, se sussistano differenze di sensibilità dei vari sottogruppi nei confronti dei trattamenti attualmente disponibili e su quali possano essere le implicazioni di questa conoscenza per i pazienti dal punto di vista terapeutico. Infine, poiché il tumore è un processo dinamico e le mutazioni sono in continuo divenire, lo studio non è in grado di chiarire se e quanto lo scenario descritto si modifica nel corso del tempo.

In sostanza, questo approccio potrebbe in prospettiva futura rappresentare la base di studi sperimentali specifici per ciascun sottogruppo allo scopo di chiarire se esistono differenze in termini di risposta ai trattamenti e/o se si possono identificare trattamenti mirati per ciascun sottogruppo. Tuttavia, data la complessità delle analisi e il loro elevato costo, è necessario, prima di intraprendere questo lungo e difficile percorso che richiede un considerevole impiego di risorse, cercare di verificare se questa classificazione sia davvero promettente dal punto di vista dei potenziali benefici terapeutici per i nostri pazienti.

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