LXXVIII – SEINGOL


Stanotte mi sono svegliato alle 2:00 e non mi sono riaddormentato prima delle 4:30. Come faccio a saperlo? Perché l’ultima volta che ho guardato la sveglia erano le 4:25.
Poi mi sono risvegliato alle 6:00. Ho dormito pochissimo, ma non era di questo che volevo parlarvi.
Dalle 2:00 alle 4:30 ho avuto modo di pensare a molte cose.
Tra le altre, mi sono detto “Ma se qualcuno, oggi, ti dovesse chiedere di riassumere la tua vita in quattro parole, cosa gli risponderesti?”.
La prima risposta che mi sono dato è stata “Ma chi vuoi che ti chieda una cosa del genere? Adesso poi, messo come sei messo”.
La seconda risposta che mi sono dato è “Boh, sono nato, sono cresciuto e morirò”.
In tre parole, neanche in quattro.
Che cosa ci differenzia uno dall’altro allora? Penso la crescita, nel senso di maturazione.
Parliamo di questo allora.Mi resi conto che stavo maturando, nel vero senso della parola, in terza superiore. Intorno ai diciassette anni, per intenderci. Quando, per l’appunto, maturai l’idea che comunque a scuola dovevo starci per un tot di ore, non ricordo quante. Tanto valeva che in quelle ore iniziassi a fare qualcosa. Anziché scaldare la sedia e basta, come dicevano molti professori. Sia chiaro: non è che lo dicessero solo a me, lo dicevano a quasi tutta la classe.
Torniamo al presente.
47 anni, coniugato con due figli.
Siamo arrivati al dunque.
Tra i quaranta e i sessant’anni puoi essere celibe o coniugato o separato o divorziato o, purtroppo, vedovo. E puoi avere o non avere figli. Ah, puoi anche avere una compagna oppure no.
Ma singol proprio no! A quell’età non puoi dirmi che sei singol!
Sì, lo so anch’io che in inglese si scrive single, ma ho preferito scriverlo come si pronuncia.
Ho un amico, con il quale sono molto in confidenza, che non lo pronuncia neanche correttamente. Non sto scherzando, davvero!
Era da un po’ che non lo vedevo e, qualche mese fa, parlando del più e del meno, mi disse “Adesso sono tornato seingol”.
“Che cosa sei tornato?” gli ho chiesto io.
“Sono tornato seingol, perché?” mi ha risposto.
“Sei tornato bigol!” gli ho detto. E poi ho aggiunto “Anzi, lo sei sempre stato!”.
Vi faccio un altro esempio.
In questo esempio starò un po’ più sul vago, perché non vorrei che l’interessato se la prendesse a male.
Poniamo il caso che un cinquantenne mi dica “Stasera esco a cena con la mia ragazza”.
Facciamo che abbia quarant’anni e che esca a pranzo, altrimenti potrebbe capire che sto parlando di lui.
Beh, ma anche il seingol ha capito che stavi parlando di lui e non ti fai problemi.
Sì, è vero, ma il bigol, non il seingol, lo conosco da sempre.
Ma se hai già scritto che è un cinquantenne e che è uscito a cena con la sua ragazza… non vorrai mica cancellarlo?
Hai ragione, lasciamo così e andiamo avanti.
Allora non poniamo neanche il caso, perché lui me lo disse davvero ”Stasera esco a cena con la mia ragazza”.
“Con chi?” gli chiesi.
“Con la mia ragazza” mi rispose.
“Beato te, quanti anni ha?” chiesi.
“La mia età” rispose.
“Cazzo! Una ragazza di cinquant’anni! Non ne ho mai vista una in vita mia, non sapevo neanche che esistessero le ragazze di cinquant’anni. Devo assolutamente conoscerla” ho pensato.
Capite che cosa intendo?
Uno prima o poi deve anche maturare nella vita. Ed è meglio che maturi per tempo. Non è che comportandoti da bambinone per tutta la vita non invecchi.
È come la frutta. La devi cogliere quando è matura, non quando sta marcendo. Non dovresti neanche raccoglierla quando è acerba. La frutta, intendo.
A proposito di frutta…
Chiudo qui questo racconto e nel prossimo scriverò della frutta.
Ah, dimenticavo…
Quando mi sono svegliato, alle 6:00, Monica era già sveglia.
Mi ha detto “Buongiorno, io sono sveglia dalle 5:00”.
Ho pensato “Io sono stato sveglio dalle 2:00 alle 4:30”, ma ho detto “Beh, hai comunque dormito otto ore filate. Niente male!”. Alludendo al fatto che la sera prima si era addormentata alle 21:00.
Luigi-Monica uno a zero.
Lei “Perché sei tu che mi fai annoiare”.
Luigi-Monica uno a uno.
Io “Beh, allora io avrei dovuto addormentarmi molto prima di te”.
Luigi-Monica due a uno.
Lei “Che stronzo che stai diventando ultimamente!”.
Luigi-Monica due a due.
Va beh, dai accontentiamoci di un pareggio…

Rivolta d’Adda, giovedì 17 ottobre 2014

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