C – VICE


“C” come cento…
Un traguardo importante per me, molto importante.
Non solo quello dei cento racconti che ho scritto, ma anche quello delle mille richieste di amicizia che ho ricevuto in soli nove giorni.
Per questo devo scrivere un racconto importante.
In questo momento, non so ancora se potrò rendere pubblico “Nori”, il racconto che scrissi lo scorso 29 settembre.
E non so neanche se potrò rendere pubblico quello che sto scrivendo ora.Era da qualche giorno che io e Vice ci dovevamo vedere.
Giorgio, il mio amico vicino di casa, lo aveva incontrato qualche giorno fa e gli aveva accennato del mio progetto.
Ci siamo inviati alcuni SMS anche questa settimana, ma a causa dei suoi numerosi impegni di lavoro fuori sede, non abbiamo potuto fissare una data.
Ieri pomeriggio siamo finalmente riusciti ad accordarci per ieri sera.
Li abbiamo invitati a cena da noi.
Lo hai invitato a cena… volevi dire.
No, li abbiamo invitati… perché sono venuti anche Luca e Marco, detto Kako, i suoi figli.
Per la cena ha pensato a tutto Monica.
L’altro Luca, mio figlio, non ha cenato con noi perché era invitato alla festa di compleanno di un altro Luca e di Paolo.
Luca mio figlio, Luca il figlio di Vice e Luca l’amico di mio figlio…
Lasciamo stare e andiamo avanti.
Stavo dicendo che per la cena ha pensato a tutto Monica. Le ha ordinate lei le pizze.
Non c’è nulla da ridere. Perché l’ho capito che su Facebook mi state scherzosamente rimproverando per come tratto Monica.
Pizze perché non potevamo fare diversamente.
Monica era a un corso di aggiornamento, lo avevo scritto anche in “Novecento grazie, anzi novecentouno!”.
Ed io ho già spiegato perché in questi ultimi due mesi non sto collaborando molto in cucina, nonostante mi piaccia molto cucinare.
Full time sul progetto…
E poi ieri non ero in formissima.
Comunque ho promesso a Monica che la prossima volta cucinerò io per Vice.
Bavette allo scoglio, mi vengono bene.
Bavette con farina di grano duro però.
Non come gli spaghetti di riso di “Cinese o giapponese”, sia chiaro!
Spaghetti di riso, boh…
A casa mia gli spaghetti sono di pasta e non di riso.
Mi ripeto: mentre sto scrivendo, non so ancora se voi leggerete “Nori”.
Cerco di spiegarmi.
Ho già scritto in altri racconti che laddove compaiono dei nomi, chiedo sempre prima agli interessati se la cosa non li imbarazza.
Nel caso di “Grazie a Graziella…” e di “Nori” la cosa è un po’ più complicata.
Con Vice, Luca e Kako, non sono entrato propriamente nel merito di ciò che avevo scritto, ma sono rimasto sul vago. Per me non sarebbe stato facile, posso solo immaginare per loro. Per farla breve, siamo rimasti d’accordo che avrei inviato loro il racconto per mail. Così che ognuno se lo potesse leggere quando meglio credeva.
Hanno letto qualche altro racconto e poi sono arrivate le pizze.
Non da sole, le hanno consegnate a domicilio.
Ah, mi sono dimenticato di scrivere che Vice ha portato le birre e, poiché sa che dormo pochissimo, tre confezioni di tisane. 60 bustine per intenderci.
Perché vi dico delle tisane?
Perché a tavola Vice mi ha testualmente detto “Sono buone, arrivano da Wavre, vicino a Bruxelles. Favoriscono anche la montata lattea nelle puerpere”.
Io, Monica e i ragazzi ci siamo messi a ridere.
E Vice “Non sto scherzando…”.
E quando lo dice con quel tono di voce, vuol dire che non scherza.
Allora mi alzo e vado in salotto a prenderne una confezione.
C’è scritto, a caratteri cubitali ALLAITEMENT che, in francese, vuol dire ALLATTAMENTO.
Da non credere…
Ma se non ci credete pubblicherò la foto!
Torno in cucina e dico “Ci manca solo che mi venga la montata lattea…”.
E giù risate.
La serata è trascorsa velocemente. Kako, che è una vera e propria sagoma, ha raccontato una serie di gag accadute la mattina alla fermata del pullman, prima di andare a scuola.
Poi, verso le 21:30, quando i ragazzi sono usciti, io Monica e Vice abbiamo conversato di argomenti più impegnativi.
Non della mia malattia o del mio progetto, diciamo di altro…
Senza però perdere la serenità e lanciandoci, ogni tanto, piccole frecciatine.
Che ne so, ad esempio quando Monica ha detto, guardando la zamioculcas zamilifolia “La vedo male quella pianta, sta ingiallendo…”. No che non ho fatto alcun riferimento al racconto “L’omino giallo”. Mi sono subito preso le mie colpe, perché annaffiare le piante è compito mio, ma ho cercato comunque di giustificarmi.
Le ho risposto “Lo sai perché… full time sul progetto”.
E lei “Ma se le sto bagnando io tutte le settimane?”.
Ho replicato “Allora è colpa tua. L’hai bagnata troppo, dovevi annaffiarla di meno!”.
Mi piace quando riesco a far sorridere Vice.
Io mi sono anche bevuto una bella tisana.
Anzi due, nel senso che Monica me ne ha date due tazze nella speranza che io riuscissi a dormire almeno qualche ora stanotte.
Buone, niente da dire sull’infusion allaitement…
Verso le dieci e trenta ci siamo dovuti salutare.
Io ero stanco e Vice si doveva alzare presto, molto presto.
Adesso sono quasi le 5:00. È domenica, ma tra poco Vice si dovrà sveglierà per andare a Luçon, in Francia.
Google Maps: 1047 Km, 10 ore e 54 minuti.
In auto e da solo.
Lavorerà lì da domani sino a venerdì.
Mi ha chiesto di inviargli qualche mail con i miei racconti, così li potrà leggere di sera.
Non me ne dimenticherò.
Chi è Vice?
Un uomo altruista. Sì, perché nonostante sia sempre di corsa, è anche attivo nel volontariato. Lavora nell’ombra però, non gli piace mettersi in mostra.
Un uomo sensibile, molto sensibile, in apparenza burbero, ma solo per chi non lo conosce.
Un uomo genuino per capirci, che sa farsi voler bene da tutti.
Anche dai giovani che hanno la fortuna di conoscerlo.
Vi faccio un solo esempio.
Vi ricordate il racconto “Curva Cafoni” in cui scrissi dei tifosi dell’ORSA 1999, la squadra di calcio dell’oratorio Sant’Alberto?
Parecchi di quei ragazzi quest’anno sono stati a Rhemes.
E quest’anno, a Rhemes, ci è stato anche Vice.
Durante le partite, non appena lo vedono entrare in oratorio, parte subito il coro “Facci un saluto, e Vice facci un saluto, facci un saluuuto e Vice facci un saluuuto”.
E, da lontano, Vice alza la mano e li saluta.
Anche se sta pensando ad altro.
A tutt’altro…

Rivolta d’Adda, domenica 9 novembre 2014

PS1
Vice si chiama Vincenzo ma, da sempre, è per tutti Vice.

PS2
Come si chiamava la pianta (zamioculcas zamilifolia) l’ho guardato su Wikipedia.

PS3
Giorgio: non puoi inventarti qualcosa per allontanare la civetta? Staziona nei paraggi ormai da troppo tempo.

PS4
Sapete qual è la prima cosa che ho fatto stanotte quando mi sono svegliato? Mi sono guardato i capezzoli. Per via delle due tazze dell’infusion allaitement che avevo bevuto ieri sera…

Tisane tea bag steeping close-up